Per i tanti assetati di sballo dei locali di Milano o Londra è solo il mezzo per raggiungere un’euforia fittizia. Un’euforia che uccide. La cocaina è il motore della guerra che da oltre sessant’anni dilania il suo principale produttore: la Colombia. Smarrito ogni connotato ideologico, i gruppi guerriglieri di sinistra e paramilitari di destra, combattono ora per la terra e soprattutto per la coca. Un business da 72 miliardi di dollari l’anno. Mentre il commercio prospera, la Colombia si trascina in un’interminabile agonia. La dura politica dell’ex presidente Álvaro Uribe ha espulso la guerriglia dalle città ma non ha scalfito il potere degli incappucciati. Sono le campagne, selvagge e isolate, però, la vera “linea del fuoco” colombiana.In queste pagine una “cronaca per immagini” della guerra a lungo negata e tuttora dimenticata che dilania il Paese. Storie di donne, uomini e bambini che non hanno mai conosciuto la pace. Racconti diversi, uniti da un sottile filo bianco. Quel “filo di polvere” che, dalle serate di eccessi del Nord del Mondo, porta dritto al Sud.
Lucia Capuzzi, nata a Cagliari nel 1978, è giornalista. Dopo la laurea in Scienze Politiche ha svolto un dottorato di ricerca in Storia dei Partiti e dei Movimenti Politici a Urbino. Attualmente lavora alla Rai di Torino nella redazione del Tg Leonardo. Ha collaborato con le pagine degli esteri di Avvenire. È specializzata in questioni latinoamericane. Su questo tema ha pubblicato La frontiera immaginata. Profilo politico e sociale dell'emigrazione italiana in Argentina nel secondo dopoguerra (Milano, 2006).
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