15 giugno 2022 - acquisizione dell'azienda del CED all'asta: la storia di EDB e Marietti continua

É con vivissima soddisfazione che comunichiamo che l'azienda del Centro Editoriale Dehoniano è stata aggiudicata, nella vendita tenutasi il 15 giugno 2022 presso il Tribunale di Bologna, a una compagine di investitori istituzionali, coordinata dal Prof. Alberto Melloni della Fondazione di Scienze Religiose di Bologna, che porterà avanti un progetto editoriale e d'impresa di amplissimo respiro, con il dichiarato obiettivo di fare rivivere gli storici marchi e cataloghi editoriali di EDB, EDB Scuola e Marietti 1820.
Questo importante risultato è il frutto del lavoro di otto mesi di esercizio provvisorio dell'impresa, che ha consentito di rivitalizzare la Casa degli Autori di EDB e Marietti 1820 (come l'abbiamo voluta chiamare all'ultimo Salone del Libro di Torino), scuotere dal profondo il mercato dell'editoria e fare venire alla luce progetti per la conservazione e lo sviluppo degli imponenti cataloghi: perle assolute della cultura cattolica e laica del nostro Paese.
Ringraziamo per l'attenzione e la collaborazione che, da più parti, abbiamo ricevute.

Centro Editoriale Dehoniano - CED
(Riccardo Roveroni)
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Giovedì 12 marzo 2020  17:30 VENEZIA Ateneo Veneto, Sala San Tommaseo, campo San Fantin 1897, 30124 Venezia place
Incontro sospeso in seguito alle disposizioni emanate dal decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri dell'1 marzo 2020.
MEMORIA
Lezione di Anna-Vera Sullam Calimani
l'ospite

Anna-Vera Sullam Calimani ha insegnato Lingua e Storia della lingua italiana all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si è occupata del lessico italiano e del rapporto tra la lingua inglese e quella italiana. Tra i suoi lavori ricordiamo: Il primo dei Mohicani. L’elemento americano nelle traduzioni dei romanzi di J.F.Cooper (Iepi, 1995) e la curatela di Italiano e inglese a confronto (Cesati, 2003).

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando cominciò a emergere la consapevolezza che una delle tragedie che si erano verificate in quel periodo era stato il massacro di quasi sei milioni di ebrei, si parlò prima di deportazione e di sterminio, e successivamente di genocidio. Nel mondo ebraico orientale e tra gli abitanti del nascente Stato d’Israele furono utilizzate parole come hurban e poi shoah. Oggi molti storici si riferiscono a quell’evento definendolo metaforicamente soluzione finale o Auschwitz; gli inglesi, gli americani e i mass-media lo chiamano olocausto.

Fra gli ebrei religiosi, alcuni, addirittura, non vogliono neppure nominarlo, ritenendolo inconcepibile, mentre altri hanno formulato definizioni diverse che fanno riferimento alla sua unicità e alle sue terrificanti proporzioni.

Che significato ha questo proliferare di nomi? Perché definire olocausto, ossia «sacrificio in cui la vittima viene interamente arsa», lo sterminio di un popolo? Quale importanza può avere il nome con cui definiamo quest’immane tragedia? E perché essa deve avere una denominazione che la identifichi tra tutte quelle avvenute nei secoli?

Per PAROLE IN VIAGGIO Anna-Vera Sullam Calimani cerca di rispondere a queste domande, spiegando come e perché sono nate le singole definizioni; come la ricerca di un nome abbia accompagnato l’approfondirsi della conoscenza storica dell’evento; come per tutto ciò vi siano motivazioni non solo linguistiche, ma anche psicologiche, politiche, storiche e religiose.