L’elezione del vescovo di Roma ha una storia lunghissima. Il successore di Pietro viene eletto prima per designazione, poi dal clero e dal popolo e solo con l’XI secolo da un ristretto numero di elettori cardinali che, dalla metà del Duecento, vengono messi «sotto chiave» perché provvedano a nominare un nuovo papa. Un meccanismo elettorale soggetto a ritocchi e aggiustamenti, ai quali, in età moderna, si aggiunge il segreto che, nella società in cui tutto è social, ha paradossalmente reso intrigante questa singolare elezione. L’immensa responsabilità dei porporati non è scegliere il più pio, il più dotto o il più furbo: ma chi può esercitare un ministero di unità e di comunione. Un lavoro storico minuto su questa lunga parabola studia l’evoluzione e analizza il funzionamento dei conclavi, specie quelli del Novecento, con fonti inedite, carte diplomatiche, diari e testimonianze, non ultime quelle contraddittorie dello stesso papa Francesco. Uno studio storico senza pari, che a differenza delle opere giornalistiche o di seconda mano, ricostruisce minuziosamente norme e svolte, processi e prassi, funzioni e riti. Conclude il saggio un’analisi della permanenza e della metamorfosi della meccanica del conclave e delle ragioni per cui una sua riforma, che papa Francesco non ha ancora fatto, corre il rischio di manipolazioni e interferenze che oggi non verrebbero più dai regnanti cattolici come nel XIX secolo, ma dai social del XXI secolo. E con davanti un’agenda, nell’autunno del papato di Bergoglio, nella quale i grandi nodi irrisolti – il ministero, la formazione, la trasmissione della fede – rimarranno le questioni su cui saranno scelti i suoi successori fino a quando un futuro concilio non se ne occuperà.
Il cambiamento climatico è entrato nelle nostre vite, divenendo la questione centrale del nostro tempo e dei tempi futuri. Le conseguenze sono già drammaticamente evidenti e i costi ambientali, economici e sociali di dimensioni gigantesche. Partendo dai suoi studi e dalle sue molte e variegate esperienze, Andrea Ferrazzi libera il campo dagli allarmismi delle posizioni apocalittiche e dalle fake news dei negazionisti, raccontando con semplicità e chiarezza i fatti concreti: la tempesta Vaia e lo scioglimento dei ghiacciai, il caro bollette e la crisi energetica, il consumo di suolo e le trasformazioni urbane. Sposando l’ottica di un’ecologia integrale, Ferrazzi ci invita ad aprire gli occhi e investire sulle capacità individuali e collettive per affrontare la transizione necessaria per un mondo più giusto, sostenibile e in pace.
Ispirato da Michel Foucault e dal suo interesse per la relazione soggettiva e morale tra sapere di conoscenza e sapere di spiritualità, il libro si propone di mostrare la presenza attiva di tale relazione in una serie di autori. In Kant, Hegel, Marx, Freud, Husserl, l’analisi di testi esemplari può esibire la rilevanza e la produttività, alle spalle o sullo sfondo o all’interno dell’argomentazione teoretica, dello stimolo costituito dalla preoccupazione rivolta alla soggettività morale, alla sua costante «cura di sé», e soprattutto all’importo morale e trasformativo dei risultati conoscitivi del sapere.
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