Racconto di una storia istriana, questo memoir assume la prospettiva individuale di un cucciolo dell’esodo che si è visto consegnare il peso di una memoria affidata al rimpianto e al rancore.
Le parole tracciano un percorso di emancipazione dalle tentazioni identitarie e dal loro carattere puramente accidentale. È, infatti, il corpo morto della madre, più che la terra perduta, a restituire nuova, e forse inattesa, consapevolezza al senso dell'appartenenza. E a rendere possibile, per la memoria e per la storia, «un approdo diverso».
Michele Zacchigna (1953 – 2008), originario di Umago d'Istria, è stato per anni insegnante di Storia e Filosofia nelle scuole secondarie superiori, prima di approdare all’Università di Trieste come ricercatore di Storia medievale. Nel 2005 è entrato nel Direttivo del Centro Europeo Ricerche Medievali. Autore di numerose pubblicazioni di carattere scientifico, il Piccolo elogio della non appartenenza è la sua unica opera narrativa.
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