Negli ultimi decenni, con la ripresa dei pellegrinaggi compostellani, sono riemerse sul mercato del libro molte opere di genere "odeporico", essendosi il pellegrinaggio a Santiago trasformato in un fenomeno di massa. I testi riguardanti Santiago e il Camino ormai formano una vastissima bibliografia. Accanto agli aspetti positivi di tale espansione, va registrato lo scadere del pellegrinaggio a mero "trekking". Per questo la Confraternita di San Jacopo di Compostella in Perugia si è fatta carico di inoltrarsi dentro l'anima, ponendosi le domande che ogni pellegrino di ritorno si fa: "Che cosa mi è successo lì? Perché quell’esperienza sembra non terminare mai, anche se tornati a casa? Che cosa è avvenuto sulla strada?". Lungo un itinerario che si snoda ormai da alcuni anni, alcuni pellegrini di ritorno si sono ritrovati (in Liguria) per cercare di dare un nome e un volto al Mistero che li aveva spinti a partire per il Camino, e che li aveva accompagnati e quindi incontrati, in un avvenimento rivelatosi gravido di vita. È questo l’interesse specifico del libro, la cui lettura consente di partecipare a un itinerario che approda alla conferma che realmente Dio esiste e tiene in mano la vita degli uomini, conducendoli a un fine buono. Il sudore, la polvere, i problemi, gli affetti, le preoccupazioni, i desideri, trovano sulla via di Santiago la loro trasfigurazione e anche il loro vero senso.
«Arrivare a Santiago non significa giungere alla fine del cammino, vuol dire iniziarne uno nuovo ancor più in interiore animae, che ha come meta la contemplazione di Dio prefigurata nel Portico della Gloria: finisterrae così non è altro che l'initium coeli» (Paolo Caucci von Saucken)
Scritti di Paolo Caucci von Saucken, Davide Gandini (Confraternita di San Jacopo di Compostella), don Paolo Asolan, Vittorio Lanteri Laura, don Paolo Giulietti, Luciano Manicardi della Comunità di Bose, suor Nadiamaria Zambetti, frère John di Taizé.
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