Ogni lettore, aprendo il suo libro, cerca fra le pagine un suggerimento di verità, un’immagine del proprio passato e più spesso del proprio futuro: Bibbia, Corano, I Ching e molte altre opere sacre e profane hanno funzionato nei secoli come strumenti profetici. All’antica pratica divinatoria dell’apertio libri e alla sua sopravvivenza nella letteratura moderna è dedicato il saggio che dà titolo a questo volume. Leggere è sempre la replica di un simile gesto divinatorio: soluzione di indovinelli, scioglimento di implicazioni che nascondono in una cosa un’altra cosa, in una parola un’altra parola. Ogni libro, allora, contiene idealmente tutti i libri, ogni letteratura le altre letterature. Incroci, contaminazioni, interferenze e mescolanze fanno parte di qualsiasi esperienza di lettura e giustificano la liquidazione degli specialismi, delle barriere linguistiche o nazionali: aprire un libro è sempre un esercizio di lettura comparata.
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