Nessun personaggio della storia antica ha risvegliato tante fantasie mitiche come Alessandro Magno. L'eco della sua vicenda ha attraversato la civiltà classica, quella ebraica, quella cristiana, quella islamica, ed è testimoniata da un gran numero di fonti scritte. In particolare il medioevo occidentale vide un fiorire di testi che a partire da alcuni archetipi svilupparono, con l'aggiunta di particolari e divagazioni più o meno fantasiose, la leggenda del "Buon re Alessandro". Molti tra questi testi sono giunti a noi attraverso codici riccamente miniati; proprio il carattere a metà fra lo storico e il fantastico del racconto costituiva infatti un meraviglioso stimolo per la fantasia dei miniatori medievali, che vi trovarono spunti molteplici per la rappresentazione di animali fantastici, scene di battaglia, ricostruzioni d'ambiente nelle quali tratti reali della vita di corte europea dell'epoca si mescolavano a immaginifiche ricostruzioni delle regge orientali. Il manoscritto conservato a Berlino (78 C 1, Kupferstichkabinett Preussicher Kulturbesitz) è uno dei codici che illustra con maggiore dettaglio il testo della "Ystoire du Bon Roi Alexandre". La sua realizzazione è collocata dagli studiosi tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV in ambiente francese. Nelle sue 100 vignette trova spazio tutto l'universo visivo dll'uomo medioevale. Se protagonista assoluto resta il carattere guerriero del re, con frequenti scene di battaglia, non mancano i riferimenti al combattimento contro animali fantastici (serpenti, leoni, draghi...), a simboleggiare l'eterna lotta dell'uomo contro l'ignoto, e la dimensione sentimentale propria di ogni cavaliere che si rispetti, spesso alle prese con figure femminili nelle quali l'elemento magico si intreccia spesso alla grazia. Testo di Angelica Rieger