Scritti negli anni della disputa tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello, il Tractatus de potestate regia et papali di Giovanni Quidort di Parigi e il De ecclesiastica potestate di Egido Romano sono tra i maggiori contributi medievali alla storia del pensiero politico. Nello scontro, ma anche nel dialogo, tra concezioni diverse del potere, in un fitto reticolo di rimandi comuni e di autorità intellettuali richiamate o contestate, prendono forma domande differenti sui limiti del potere, antropologie in conflitto, nuove metodologie e si mettono alla prova strumenti concepiti nei variegati contesti concettuali del sapere accademico medievale. Ne scaturisce un lavoro interpretativo ed esegetico che mette ordine nei vasti materiali giuridici, teologici, filosofici, armonizzandoli in teorie politiche nuove, articolate e coerenti.
Giovanni Quidort di Parigi (1260 ca. - 1306), teologo domenicano, è uno degli autori politici più importanti del medioevo. Difese con il Correctorium corruptorii Thomae il pensiero di san Tommaso d'Aquino dagli attacchi di francescani e secolari.Egidio Romano (1243 ca. - 1316 ca.), teologo dell'Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino, è uno degli intellettuali più significativi del tardo medioevo. Allievo di Tommaso D'Aquino, è autore di innumerevoli opere filosofiche e teologiche.Gianluca Briguglia è maître de conférence (professore associato) in Filosofia medievale all'Università di Strasburgo. Tra le sue ultime pubblicazioni: L'animale politico. Agostino, Aristotele e altri mostri medievali (Roma 2015); Marsilio da Padova (Roma 2013); La questione del potere. Teologi e teoria politica nella disputa tra Filippo il Bello e Bonifacio VIII (Milano 2010).
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