Quest'opera, nata dall'intento di sottoporre la concezione di René Girard a un serrato approfondimento critico e storico, affronta un campo attualmente poco esplorato, quello del confronto tra cultura greca - e più generalmente pagana - e cristianesimo. Perno di tale confronto è il sacrificio, l'istituzione religiosa senza la quale le società antiche non sarebbero riuscite a canalizzare e allontanare la loro violenza interna, concentrandola su una vittima, e che si rinnova ai nostri giorni sotto mille travestimenti, quando non in forma di nostalgia ideologica. L'assunto del libro è non solo che la cultura greca più avanzata abbia sviluppato una profonda riflessione sulla violenza umana e sulla necessità del sacrificio, ma che il cristianesimo sia riuscito a portare quella risposta che alla tragedia e alla filosofia restava ancora inaccessibile: un Dio misericordioso che, nella persona del suo Figlio, accetta di farsi vittima pur di liberare gli uomini dalla necessità di nuovi sacrifici. L'unicità del cristianesimo emerge proprio dal sovrapporsi di uno stesso problema, radicato nella storia e nella natura umana, e nel punto di vista che in esso Cristo fa emergere: il punto di vista della vittima innocente, che subisce la violenza umana, la perdona, e così la trasforma in strumento di redenzione.
Giuseppe Fornari, nato nel 1956, è docente di Storia della Filosofia presso l'Università di Bergamo. Per anni in stretto contatto con René Girard, di cui ha curato diverse opere in edizione italiana, ha pubblicato numerosi studi teorici e storici in cui propone originali sviluppi delle sue idee, arrivando a elaborarne un nuovo paradigma filosofico ed ermeneutico.
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