Non un trattato sulla verità (de veritate) ma un discorso ex veritate, che raggiunge l’esistenza dalla verità, perché la verità che non può non interessare l’uomo è quella che lo interpella come esistenza. La verità che lo chiama a esistere, non semplicemente a vivere, o a essere. La valenza di queste tre parole deve essere approfondita nella loro correlazione, ciascuna rappresenta infatti un enigma per il pensiero. La chiave interpretativa è allora l’interrogazione della verità, che attraverso tali parole si esprime ma, insieme, non evita di farsi equivocare. Perché s’intende come una verità non maiuscola, assoluta, che domina l’essere e il tempo, bensì come una verità minuscola, perché si fa solo nei discorsi degli uomini, tuttavia capace di convocarli e tenerli a colloquio gli uni con gli altri.
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