Allo scoccare del mezzo millennio dalla sua creazione, nel momento in cui l’onda del pensiero rinsacca e noi ci affrettiamo a cercarne le tracce ancora visibili sulla battigia, scatta inesorabile il confronto con una delle opere più rappresentative, o meglio, generatrici della nostra epoca: il ciclo a fresco della Stanza della Segnatura. Capolavoro assoluto di Raffaello, è il lascito universale dell’artista ai posteri, di quei valori che trasudano dalle pareti, consegnati all’immagine di quell’uomo nuovo e ideale creato, auspicato dal suo genio per parlarci direttamente. E noi, annichiliti al suo confronto, sentiamo l’ineffabilità di questo dialogo, ma anche l’ineluttabilità di tentarlo, di provare a elevarci alla statura del suo messaggio. Solo così, serrando questo divario, potremmo sentire di appartenere ancora a quella grande stagione in cui l’uomo ha un suo centro, e da lì, nuovamente, guardare al mondo, dentro e fuori di noi.
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