La Santa Sede è l’organo supremo di governo della chiesa cattolica, a capo della quale si trova il vescovo di Roma e pastore universale della chiesa, il quale, nell’esercizio della sua missione, si avvale della collaborazione della curia romana. In questo libro l’autore ne descrive la natura e le modalità d’azione, in quanto soggetto di diritto internazionale, a livello della chiesa universale e nel contesto della comunità internazionale. Nel suo primo discorso al corpo diplomatico, Leone XIV ha affermato che «nella sua azione diplomatica la Santa Sede è animata da una urgenza pastorale che la spinge a intensificare la sua missione evangelica a servizio dell’umanità». In effetti, la priorità della diplomazia della Santa Sede, come del resto della chiesa cattolica, è l’evangelizzazione. Essa viene accompagnata dalla promozione integrale della persona umana, che include il servizio della carità e dell’educazione. In un mondo sempre più globalizzato e plurale, la chiesa cattolica e la Santa Sede sono assai impegnate nel dialogo ecumenico con i rappresentanti delle chiese e comunità cristiane, nei rapporti religiosi con l’ebraismo, e nel dialogo interreligioso con i rappresentanti delle religioni non cristiane. Speciale rilevanza detiene il tema della pace, che la diplomazia della Santa Sede promuove a tutti i livelli, trovando, sia nelle relazioni bilaterali che multilaterali, validi interlocutori presso le autorità politiche e civili, alle quali propone «il Vangelo della pace» (Ef 6,15).
Nel mondo del lavoro lo smart working è ormai una realtà. Eppure, non sono molte le informazioni su come lavoratori e lavoratrici valutano tale modalità di impiego e a quali condizioni essa può diventare una risorsa efficacemente utilizzabile per chi ha un lavoro dipendente. Né si registra un dibattito diffuso e approfondito che si interroghi sulle potenzialità, le criticità, l’impatto che produce il lavoro agile nella vita professionale e nel contesto sociale. Il volume studia il tema attraverso un articolato percorso di ricerca, sondando l’opinione e il vissuto lavorativo di uomini e donne che ne fanno esperienza ed esaminando le questioni emergenti insieme a esperti ed esperte provenienti dal mondo accademico, sindacale, associativo, imprenditoriale e politico.
Ispirato da Michel Foucault e dal suo interesse per la relazione soggettiva e morale tra sapere di conoscenza e sapere di spiritualità, il libro si propone di mostrare la presenza attiva di tale relazione in una serie di autori. In Kant, Hegel, Marx, Freud, Husserl, l’analisi di testi esemplari può esibire la rilevanza e la produttività, alle spalle o sullo sfondo o all’interno dell’argomentazione teoretica, dello stimolo costituito dalla preoccupazione rivolta alla soggettività morale, alla sua costante «cura di sé», e soprattutto all’importo morale e trasformativo dei risultati conoscitivi del sapere.
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