Nell’ultima fase del concilio Vaticano II le chiese e il movimento ecumenico sembravano essere alle soglie di un cambiamento epocale. Come annotava Yves Congar nei suoi diari, il passo era fatto! Restava solo da tradurre concretamente nella vita della chiesa quello che Unitatis redintegratio aveva reso possibile. Il Segretariato per l’Unità dei Cristiani, già protagonista della stagione conciliare, avrebbe preso sulle proprie spalle anche questo incarico redigendo il Direttorio ecumenico, un testo normativo indirizzato nel 1967 alle chiese locali che esplicitasse ed espandesse i temi trattati dal decreto.
Bruno Cherubini, ha conseguito il diploma di perfezionamento in scienze religiose presso l’Alta scuola Europea di scienze religiose Giuseppe Alberigo. Storico di formazione, ha concentrato i suoi interessi di ricerca soprattutto sul concilio Vaticano II e sulle sue conseguenze nel movimento ecumenico. In seguito ha collaborato con la Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna e con la rivista Cristianesimo nella Storia.
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