«Uomini come querce», quelli delle comunità che morirono per mano nazista tra Setta e Reno, nel territorio dei comuni di Marzabotto, Grizzana, Monzuno e Vado, sull’Appennino bolognese, nei tragici mesi di settembre e ottobre 1944. Era stato grazie a un fine e paziente lavoro di ricostruzione storica da parte di un prete bolognese, monsignor Luciano Gherardi, che si erano potute riportare alla luce quelle stragi lentamente dimenticate. Una cronaca rigorosa che restituiva nomi, volti e storie alle comunità di Monte Sole e che Gherardi aveva condiviso e discusso con Giuseppe Dossetti. Il dialogo fra i due trovò una sintesi nella pubblicazione del volume Le Querce di Monte Sole che apparve nel 1986 con un lungo saggio introduttorio di Dossetti qui integralmente riproposto. In quello che è uno dei suoi testi di approfondimento storico più denso e compiuto, Dossetti muoveva dalla preoccupazione di comprendere e ricostruire la memoria degli eventi per assolvere a una fondamentale funzione di testimonianza e vigilanza. Un monito, il suo, rivolto a tutti, singoli e istituzioni, ma in particolare ai cristiani e alla chiesa su cui pesava una responsabilità ormai evidente, di omissione e silenzio, rispetto a un corso degli eventi che dopo la Seconda guerra mondiale si sarebbe potuta ancora modificare. Come illustra la postfazione di Enrico Galavotti, proprio lì stava la ragione per cui Dossetti avrebbe scelto i luoghi degli eccidi come luogo della sua sepoltura e come casa della sua Piccola famiglia, a conferma visibile di una vita consegnata «nel silenzio e nella preghiera per i morti e per i vivi».
Giuseppe Dossetti (1913-1996), professore universitario e partigiano, politico e giurista, monaco e padre costituente, è stato uno dei protagonisti della scena pubblica del Novecento italiano. Dopo aver lasciato la vita politica nel 1952, ha fondato il Centro di documentazione, ora Fondazione per le scienze religiose. Nel 1956, ancora laico, ha dato vita alla comunità Piccola famiglia dell’Annunziata. L’anno successivo ha rinunciato alla cattedra universitaria e nel 1959 è stato ordinato sacerdote della chiesa di Bologna; come «perito» del cardinal Giacomo Lercaro ha partecipato al concilio Vaticano II. Dal 1968 alla morte ha vissuto, come monaco, in Medioriente e in Italia, nelle comunità della Famiglia da lui fondata. Sono numerosi e variegati i suoi scritti, fra cui ricordiamo soltanto L’Eterno e la storia. Il discorso dell’Archiginnasio, a cura di Enrico Galavotti e Fabrizio Mandreoli (EDB, 2021), Per una chiesa eucaristica (Il Mulino, 2002), L’identità del cristiano, a cura della Piccola famiglia dell’Annunziata (EDB, 2001).
Enrico Galavotti è docente di Storia del cristianesimo all’Università di Chieti-Pescara. Su Giuseppe Dossetti, ha pubblicato Il professorino. Giuseppe Dossetti tra crisi del fascismo e costruzione della democrazia, 1940-1948 (Il Mulino, 2013) e Il giovane Dossetti. Gli anni della formazione, 1913-1939 (Il Mulino, 2006).
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