La Terra è il nostro luogo d’origine, è qualcosa di precostituito, qualcosa che necessariamente precede la nostra esistenza e ci sopravviverà. Senza la Terra, nient’altro è possibile. Unisce e separa allo stesso tempo, ma impone sempre un rapporto di condivisione, che in fondo è l’essenza della relazione. È l’intero mondo vivente, in tutte le sue innumerevoli forme, a comporre ciò che Achille Mbembe chiama trama planetaria. Una trama fondamentalmente indivisibile, un ordito che non si può legare o sciogliere, una catena simbiotica vivente in cui ciascun anello ha trovato rifugio sulla Terra come abitante o passante. L’uomo, le specie animali e vegetali, i microbi, i batteri e i virus, ma anche i corpi inorganici e le sostanze minerali, i dispositivi tecnologici e artificiali, le forze invisibili, i geni e gli spiriti partecipano insieme alla realizzazione del cosmo, in una solida alleanza per la costruzione di un luogo abitativo aperto, che fa spazio a tutti, e in cui ciascuno e ciascuna è chiamato a parlare a proprio nome e in memoria di ciò che si è stati, e a diventare segmenti di una catena ininterrotta di collegamenti. Mbembe formula, così, l’ultima delle utopie, la pietra angolare di una nuova coscienza planetaria.
Achille Mbembe, professore di Storia e Scienze politiche all’Università di Witwatersrand a Johannesburg, è uno dei maggiori intellettuali del mondo contemporaneo. Fondatore insieme all’economista Felwine Sarr degli Ateliers de la Pensée di Dakar, è animatore dell’afropolitismo, un movimento letterario, politico ed estetico africano che intende promuovere il rinnovamento del pensiero e della pratica democratica in Africa. È stato insignito del Premio Holberg 2024, uno dei più importanti premi internazionali nel campo delle discipline umanistiche, teologiche, delle scienze sociali e del diritto. Degli scritti di Mbembe Marietti1820 ha tradotto Brutalismo (2023).
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