Cos’è il linguaggio, qual è la sua origine e il suo rapporto con il mito? Che ruolo ha la lingua nell’opera di Tolkien? Perché l’autore del Signore degli anelli considera l’uomo una «luce riflessa» capace di sub-creare mondi immaginari tramite le parole? «Le parole sono espressione del mito, incarnazioni di concetti mitici e di una visione mitica del mondo. La lingua ai suoi inizi non faceva alcuna distinzione tra il significato letterale di una parola e quello metaforico, come accade ora». È a partire da questa teoria della parola e del mito che Verlyn Flieger elabora un’affascinante interpretazione dell’opera tolkieniana in Schegge di luce, considerato dalla critica uno dei testi imprescindibili per chiunque voglia cogliere in tutta la sua ricchezza il senso profondo del legendarium di Tolkien.
Verlyn Flieger ha insegnato mitologia e studi medievali all’Istituto di Anglistica dell’Università del Maryland ed è tuttora considerata la massima studiosa di Tolkien a livello mondiale. Oltre a Schegge di luce ha pubblicato diversi volumi dedicati a Tolkien, tra cui ricordiamo: A Question of Time (1997), Interrupted Music (2005), Green Suns and Faërie (2012) e There Would Always be a Fairy Tale (2017). È autrice di alcuni volumi di narrativa fantastica.
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