«Io porto perennemente le sbarre in me» confidava Kafka all’amico Gustav Janouch. Questo libro indaga le peculiari modalità di espressione letteraria dell’ebreo, concentrandosi su quel caratteristico sentimento del ghetto che Elena Loewenthal descrive come «un luogo che ognuno di noi porta ancora dentro di sé, che ognuno nasconde nelle pieghe del cuore, nei sogni di notte e in una strana, inappagata sete di spazi aperti». Luca De Angelis rintraccia questa cosmografia interiore viaggiando nella letteratura ebraica fra Otto e Novecento in autori come Kafka, Zangwill, Svevo, Bassani, Saba e molti altri.
Luca De Angelis, borsista presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (Ehess) di Parigi, ha insegnato nelle università di Trento, Trieste e Münster. Fa parte del comitato scientifico dell’International Conferences on Jewish Italian Literature (Icojil) e di Littérature et judéité (Liej). Da molti anni si dedica all’approfondimento della condizione ebraica, evidenziando le peculiari modalità di espressione letteraria dell’ebreo. Con Marietti1820 ha pubblicato Cani, topi e scarafaggi. Metamorfosi ebraiche nella zoologia letteraria (2021) e L’uomo pensa, Dio ride. Declinazioni dell’umorismo ebraico (2022).
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