La prima parte di questo libro sviluppa quanto il suo titolo annuncia, sostenendo la possibilità di un universalismo come pluralità di percorsi paralleli che giungono alla stessa meta. La seconda parte riguarda invece il tema del profetismo con i saggi su Gesù profeta, su monachesimo e profetismo e sul movimento quacchero delle origini. La profezia, secondo l’autore non è in conflitto con la prospettiva sapienziale e da ultimo razionale, costituisce invece un linguaggio alla fine reversibile con quest’ultimo. La terza parte contiene due saggi accomunati dal tema della teologia politica e illustra il nesso particolare tra i monoteismi profetici e le concezioni politiche rispettivamente dell’islam e dei moderni diritti dell’uomo. Il quarto gruppo di saggi concerne la condizione carceraria, in relazione all’opera che l’autore è andato svolgendo in quel contesto: un impegno sociale con gli stranieri e i più marginali, in continuità con le premesse teoriche enunciate in precedenza. Infatti, pur nella verità dei temi affrontati, il libro trova la sua unità nella sua ispirazione centrale, quella appunto universalistica, intesa non solo come idea, ma come vocazione, compito, prassi.
Pier Cesare Bori (1937-2012) ha insegnato Storia delle dottrine teologiche, Filosofia morale, Diritti umani nella globalizzazione alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna. Si è occupato per molto tempo del rapporto tra culture. Con Marietti ha pubblicato anche: Per un consenso etico tra culture (1995), Incipit. Cinquant’anni, cinquanta libri (2005), Lampada a se stessi (2008). Ha svolto per lunghi anni attività culturale e formativa per i detenuti del carcere di Bologna con i suoi studenti del gruppo “Una via”.
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