Il servo Jernej ha lavorato quarant’anni nella fattoria dei Sitar, ma, alla morte del padrone, il figlio eredita la proprietà e lo caccia in malo modo. Di chi è il podere e, per estensione, a chi appartengono le cose del mondo? A chi le ha ereditate senza aver fatto nulla o a chi se ne è preso lungamente cura? Jernej, nella sua sete di giustizia, pensa ingenuamente di poter esporre il suo caso ai tribunali e persino all’imperatore. Ma nessuno, nemmeno il parroco, gli dà la risposta sperata, portando il servo a dubitare anche della giustizia divina e della stessa esistenza di Dio. Tragico è l’epilogo di questo lungo racconto, scritto di getto in poche settimane, nel 1907, e qui proposto in una nuova traduzione e con un nuovo titolo.
Ivan Cankar (1876-1918), tra i maggiori scrittori sloveni, subì il carcere per la sua propaganda antiaustriaca e vide bruciare dalle autorità ecclesiastiche la raccolta poetica Erotika. Si dedicò alla prosa e al teatro superando le scelte tematiche e ideologiche del naturalismo per affrontare questioni sociali, etiche e spirituali. Il servo Jernej e la sua giustizia è da molti considerato il suo capolavoro.Maria Bidovec è professore associato di Lingua slovena all'Università di Napoli L'Orientale. Studiosa dello scienziato e scrittore Johann Weichart Valvasor e della ricezione della letteratura slovena nella cultura italiana, è stata insignita nel 2018 del riconoscimento dell’Associazione degli Slavisti sloveni.
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