Di fronte a un essere umano ancora oggi intrappolato in un mondo a morfologia capitalista, che dice di sé di essere l’unico possibile, Marco Visentin ci invita a indagare e a riflettere sul concetto di alienazione. Entro la logica totalizzante dell’impresa, il lavoratore non è mai chiamato a essere beato o felice, ma produttivo ed efficiente, in un orizzonte in cui l’ attenzione si sposta dall’essere dell’uomo al suo solo fare. In questa panoramica l’ autore acclara la necessità che, da attore economico isolato all’interno di mere relazioni di scambio, il lavoratore smetta di donare integralmente se stesso alla causa non propria, seppure legittima, dell’obiettivo di creazione di valore per riappropriarsi del proprio fine e ritrovare il senso vero di essere uomo in mezzo agli altri uomini.
Ripercorrere oggi la storia di Mario Gozzini significa andare al cuore della storia italiana del XX secolo: ricostruire quel «dialogo alla prova» tra mondo cattolico e comunista di cui si fece promotore, vuol dire affrontare una delle vicende più complesse e meno studiate della storia dell’Italia repubblicana. La storia di un paese «mancato», di una nazione che avrebbe potuto esserci ma che non c’è stata. Vuol dire anche recuperare un «filo rosso» che va dall’antifascismo alla Costituzione fino alla fine della guerra fredda per costruire prospettive che hanno unito uomini e donne schierati ideologicamente in campi diversi, cattolici e comunisti, ma con la condivisione di valori fondanti. Mario Gozzini ha partecipato, da protagonista indiscusso, a quella storia: fu uno dei principali sostenitori della candidatura della «pattuglia cattolica» nelle liste elettorali del Pci; fu un pioniere, sul fronte dei credenti, di alcune tra le più importanti battaglie sui diritti in Italia, dal divorzio alla regolamentazione dell’interruzione di gravidanza, alla obiezione di coscienza al servizio militare fino alla riforma carceraria in funzione umanitaria e garantista; fu un severo critico del comunismo ateista, ma anche un riformatore nel mondo religioso. Ricordare la sua vita è recuperare un pezzo fondamentale del Novecento italiano.
La natura, l’essere umano, la luce penetrano queste liriche colme di estasi. In questa unione sillabata prende forma una poesia scarna, che scava e si lascia scavare sino alle ossa e che diventa simbolo di ogni inquietudine della ricerca umana.
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