Sulla crisi innescata dal "settembre nero" di Wall Street è unanime il giudizio: ne usciremo assai diversi da come vi siamo entrati. Tuttavia, su come saremo all’uscita del tunnel nessuno si espone. Lo spirito che disordina il mondo appare dotato di risorse inesauribili, come se perseguisse con idolatrica ostinazione un imperscrutabile traguardo. Ha avuto o ha senso l'ambizione di educare Mammona? Oppure aveva ragione don Lorenzo Milani a ricordare che il benessere fa dimenticare i popoli che non hanno ancora risolto il problema della fame? E poi, cos'è, oggi, Mammona?L'autore suggerisce una strada, incalza i cattolici del post-concilio a riproporre il binomio dialettico di senso e potere, a recuperare la densità della distinzione, insieme al bisogno di profezia che, altro rispetto alla politica, impedisce il decadimento nella grigia amministrazione.
Giovanni Bianchi è laureato in Scienze politiche presso l’Università Cattolica di Milano. Ha insegnato filosofia e storia nei licei. Dagli anni ‘70 si impegna con le Acli, che lo chiamano dapprima alla presidenza regionale lombarda e poi dall’1987 al 1994 alla presidenza nazionale. Dal 1994 al 2006 è deputato al Parlamento italiano e impegnato nella commissione Affari Esteri. Relatore della legge per la remissione del debito ai paesi poveri, ha presieduto il Comitato permanente della Camera dei Deputati per gli Italiani all’estero. È presidente e fondatore dei Circoli Dossetti.Tra la sua produzione saggistica: Per una teologia del lavoro (1985); Al Dio feriale. Teologia minima (1990); Testimoni e maestri. Materiali per un laburismo cristiano (2005); Martini “politico” e la laicità dei cristiani (2007), Solo la sinistra va in Paradiso (2009).
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