Gli Apocrifi del Nuovo Testamento, curati da Mario Erbetta e pubblicati tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento, costituiscono un’opera fondamentale che spazia non solo nella filologia e nella linguistica, ma anche nella tradizione giudaica e cristiana, nella letteratura rabbinica e patristica, nell’intricato mondo della gnosi e in quello della più classica esegesi biblica.
La letteratura apocrifa si presenta come fonte a volte primaria di notizie e dottrine; il metodo storico-critico mette in luce un precipitato letterario che consente di comprendere la varia fortuna di questi testi nella letteratura e nelle arti figurative e di approfondire le forme e la cornice redazionale in quelli canonici.
Mario Erbetta (1924-2002) è stato docente di Siro-caldeo, Greco biblico e Copto alla Pontificia Università Urbaniana. Filologo meticoloso, leggeva l’antico geroglifico e conosceva sumerico, semitico orientale e occidentale, copto, etiopico, armeno, arabo, aramaico, siriaco e persiano.
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