Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, il dottor Abramo Friedmann viene inviato da Berlino a Budapest con un carico di viveri, medicinali, coperte e spazzolini da denti. Ha il compito di organizzare il soccorso della popolazione affamata. La distribuzione avviene in vecchie sale cinematografiche, palestre di scuole in rovina, teatri bombardati. "Circa un mese fa, dal palcoscenico d'un antico teatro scorsi una donna che stava venendo verso di noi. Non era sola...".
Inizia così uno dei più intensi racconti di Giorgio Pressburger, che colloca al centro della storia due imponenti interrogativi: l'amore acquisito può avere priorità su quello dovuto per nascita? Perché il male si deve mescolare con l'amore e con la grazia?
Giorgio Pressburger (1937–2017), scrittore e regista di origine ungherese, è sfuggito con la famiglia allo sterminio nazista nascondendosi nei sotterranei di una sinagoga. Dopo l’invasione sovietica del 1956 ha abbandonato in modo rocambolesco Budapest, rifugiandosi prima a Vienna e poi in Italia. Nel 1988 ha vinto il Premio Viareggio con La neve e la colpa.
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