Agli inizi degli anni Ottanta, un giovane studente universitario inizia la sua carriera di antropologo nel paese di San Marco dei Cavoti, sulle montagne del beneventano, ai confini tra Campania, Molise e Puglia. Deve svolgere una ricerca sul campo per studiare i rapporti di parentela spirituali instaurati dai rituali cattolici del battesimo, della cresima e del matrimonio e comprendere il modo in cui sono strutturate le relazioni sociali attraverso le scelte di padrini e compari. Queste relazioni prevedono rapporti formalizzati attraverso legami di parentela spirituale, l'utilizzo reciproco del "voi" e la pratica di un continuo rispetto, fatto di visite, regali e sostegno reciproco. In un contesto dominato dalle figure maschili emerge, con sorpresa, la centralità e l'assoluta necessità delle figure femminili (le patine) per la costruzione rituale di legami spirituali. Esse appaiono dunque come "pedine" rituali all'interno di un processo di manipolazione simbolica delle loro capacità legate alla maternità, alla nascita e alla capacità riproduttiva del corpo femminile.
Berardino Palumbo, professore ordinario di Antropologia sociale all'Università di Messina, ha condotto ricerche etnografiche in Ghana e in Italia. E' autore di saggi pubblicati su Comparative Studies in Society and History, Anthropogical Quarterly, Ethnology, Terrain e dei volumi Madre-Madrina (Franco Angeli 1991), Identità nel tempo (Argo 1997), L'Unesco e il campanile (Meltemi 2003), Politiche dell'inquietudine (Le lettere 2009) e Lo strabismo della DEA (Ed. Muse Pasqualino 2018). Con Marietti 1820 ha pubblicato Piegare i santi. Inchini rituali e pratiche mafiose (2020) e Lo sguardo inquieto. Etnografia tra scienza e narrazione (2021).
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