“25 Marzo 1989. Arrivati a Beyin alle 18.00, dopo otto ore di auto; è quasi buio, ma il Forte, per fortuna, è ancora in piedi e, a quel che sembra, in discrete condizioni. Ci ricevono due donne che parlano inglese. Mieza non c'è, è in un villaggio dell'interno, dove ha una sua piantagione di palme da cocco”.
Questo saggio racconta una ricerca etnologica sul campo tra gli Nzema, una popolazione di circa 350 mila persone, stanziata nell’area costiera tra Ghana sud-occidentale e Costa d’Avorio sud-orientale, studiata da numerosi antropologi italiani a partire dal 1954. Berardino Palumbo vi si è recato alla fine degli anni Ottanta per capire i cambiamenti provocati nella successione ereditaria dall'imporsi delle piantagioni di cocco. La trasmissione di padre in figlio sta alterando le “tradizionali” consuetudini? Il principio della discendenza uterina e i gruppi di parentela da questi derivati sono sul punto di essere soppiantati da una più “moderna” e “razionale” logica patrilineare?
Uno studio sul campo che è anche un avvincente racconto.
Berardino Palumbo, professore ordinario di Antropologia sociale all'Università di Messina, ha condotto ricerche etnografiche in Ghana e in Italia. E' autore di saggi pubblicati su Comparative Studies in Society and History, Anthropogical Quarterly, Ethnology, Terrain e dei volumi Madre-Madrina (Franco Angeli 1991), Identità nel tempo (Argo 1997), L'Unesco e il campanile (Meltemi 2003), Politiche dell'inquietudine (Le lettere 2009) e Lo strabismo della DEA (Ed. Muse Pasqualino 2018). Con Marietti 1820 ha pubblicato Piegare i santi. Inchini rituali e pratiche mafiose (2020) e Lo sguardo inquieto. Etnografia tra scienza e narrazione (2021).
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