Un giovane antropologo diventa ricercatore all’Università di Messina e nel 1994 partecipa a una singolare ricerca sul campo. Il progetto prevede di studiare attraverso le fonti, ritenute eccezionali, e l’etnografia, tutta da fare, il paese di Militello, in provincia di Catania, caratterizzato da un'antica contrapposizione tra feste e fazioni rituali legate a due parrocchie, con un corollario di passioni e scontri devozionali e persino di aggressioni al parroco. «Che Militello fosse il paese della “guerra dei santi” era cosa ben nota in tutta la Diocesi di Caltagirone. Appresi con il tempo – scrive Palumbo – che sacerdoti non locali che vi venivano destinati consideravano la designazione come una sorta di confino». Alcuni anni dopo la ricerca, nel 2002, le due chiese litiganti militellesi sono state inserite nella lista del patrimonio culturale Unesco.
Berardino Palumbo, professore ordinario di Antropologia sociale all’Università di Messina, ha condotto ricerche etnografiche in Ghana e in Italia. È autore di saggi pubblicati su Comparative Studies in Society and History, Anthropogical Quarterly, Ethnology, Terrain e dei volumi Madre-Madrina (Franco Angeli 1991), Identità nel tempo (Argo 1997), L’Unesco e il campanile (Meltemi 2003), Politiche dell’inquietudine (Le lettere 2009) e Lo strabismo della DEA (Ed. Muse Pasqualino 2018). Con Marietti 1820 ha pubblicato Piegare i santi. Inchini rituali e pratiche mafiose (2020) e Lo sguardo inquieto. Etnografia tra scienza e narrazione (2021).
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