La Santa Sede è l’organo supremo di governo della chiesa cattolica, a capo della quale si trova il vescovo di Roma e pastore universale della chiesa, il quale, nell’esercizio della sua missione, si avvale della collaborazione della curia romana. In questo libro l’autore ne descrive la natura e le modalità d’azione, in quanto soggetto di diritto internazionale, a livello della chiesa universale e nel contesto della comunità internazionale. Nel suo primo discorso al corpo diplomatico, Leone XIV ha affermato che «nella sua azione diplomatica la Santa Sede è animata da una urgenza pastorale che la spinge a intensificare la sua missione evangelica a servizio dell’umanità». In effetti, la priorità della diplomazia della Santa Sede, come del resto della chiesa cattolica, è l’evangelizzazione. Essa viene accompagnata dalla promozione integrale della persona umana, che include il servizio della carità e dell’educazione. In un mondo sempre più globalizzato e plurale, la chiesa cattolica e la Santa Sede sono assai impegnate nel dialogo ecumenico con i rappresentanti delle chiese e comunità cristiane, nei rapporti religiosi con l’ebraismo, e nel dialogo interreligioso con i rappresentanti delle religioni non cristiane. Speciale rilevanza detiene il tema della pace, che la diplomazia della Santa Sede promuove a tutti i livelli, trovando, sia nelle relazioni bilaterali che multilaterali, validi interlocutori presso le autorità politiche e civili, alle quali propone «il Vangelo della pace» (Ef 6,15).
Sono Tracce tragiche riprese dalle grandi tragedie classiche di Antigone, Elettra e Medea, nelle quali Mario Moroni individua dei momenti salienti e dei valori simbolici da collegare all’epoca e alla condizione umana contemporanea.Tracce tragiche sono un lavoro di trasformazione e sperimentazione che, con la creazione di nuove soluzioni lessicali, sintattiche e fonico-ritmiche, produce un’esperienza di lettura potente, in cui si azzera la distinzione fra passato e presente.
La follia, il linguaggio e la letteratura sono stati al cuore del pensiero di Michel Foucault. Le riflessioni, le conferenze e gli scritti qui raccolti sono per la gran parte inediti e illustrano il modo in cui fra gli anni Sessanta e Settanta il filosofo ha proseguito, riformulato e rivisitato la questione intorno allo status e alla funzione del folle nelle società occidentali e non. Il teatro barocco, il teatro della crudeltà di Antonin Artaud e l’opera di Raymond Roussel, ma anche di Sade, Hölderlin, Balzac e Flaubert diventano riferimenti fondamentali per indagare la strana parentela tra follia, scrittura e analisi letteraria. Si tratta di tredici scritti preziosi che gettano nuova luce su temi che pensavamo di conoscere e che contribuiscono a spostarne notevolmente le implicazioni, rivelando il modo sorprendente in cui Foucault li ha guardati, letti e interpretati.
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