Anche gli Stati Uniti d’America hanno i loro «terroni», e Marco D’Eramo li incontra a sud, dove l’America profonda e ostinata trova ancora la sua verità indicibile; un’esplorazione antropologica che non nasconde il suo cuore di tenebra, un luogo in cui le strutture mentali, i riflessi sociali, i comportamenti restano costanti e descrivono il razzismo più spietato e il bigottismo più fondamentalista di una nazione fondata sull’integralismo. Di autostrada in autostrada, incontrando un’umanità allegra, sofferente, sbruffona, malinconica, nel profondo delle campagne come ai piedi dei grattacieli, in improbabili parchi a tema o tra le vestigia archeologiche di un futuro spaziale, D’Eramo racconta I terroni dell’Impero con la sua penna sagace e caustica, in un reportage scritto agli inizi degli anni Duemila e oggi completamente aggiornato.
Marco D’Eramo (Roma 1947), laureato in Fisica teorica, ha studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’école Pratique des Hautes Études a Parigi. Giornalista, ha lavorato per «Paese Sera», «mondoperaio», «il manifesto». È autore, tra l’altro, di L’immaginazione senza potere. Mito e realtà del ’68 («mondoperaio» 1978) e, per Feltrinelli, di Il maiale e il grattacielo. Chicago: una storia del nostro futuro (1995), Lo sciamano in elicottero. Per una storia del presente (1999), Il selfie del mondo. Indagine sull’età del turismo (2017), Dominio. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi (2020).
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