Che cos'è la società umana ? Questa domanda non sembra più trovare risposte convincenti. La maggior parte delle teorie sociologiche odierne ritiene che l'interrogativo sia da relegare al regno di una "metafisica" o di “grandi narrazioni” irrimediabilmente perdute. La società attuale sarebbe una sorta di "sospensione" tra un passato che non esiste più e un futuro che non può cominciare, una liquidità in crisi permanente, nella quale la crisi sarebbe allo stesso tempo il sintomo e la terapia prescritta dalle scienze sociali contemporanee. Davvero la società umana è qualcosa che non ci appartiene più? Perché mai, allora, l'uomo continua a combattere per essa? Le risposte secondo cui ci troviamo in un mare di vuoti, illusioni, equivoci, paradossi, contraddizioni, non sono soddisfacenti. Certamente, quanto più la modernità procede, tanto meno diventa probabile avere una società umana data-per-scontata, come insieme organico di forme di vita sociale. Si può tuttavia ragionevolmente pensare, e sperare, di poter vivere in una società dell'umano, cioè in un mondo in cui la soggettività della persona umana e le relazioni sociali siano differenziate, ma anche tali da consentire una vita sociale a misura dell’umano.
Pierpaolo Donati, ordinario di Sociologia, già Presidente dell’Associazione Italiana di Sociologia e Consigliere dell’International Institute of Sociology, è professore dell’Alma Mater (PAM). Ha ottenuto vari riconoscimenti internazionali come fondatore della Sociologia relazionale o Teoria relazionale della società, che viene qui applicata al tema del lavoro. Tra le sue opere più recenti: Sociologia relazionale. Come cambia la società (La Scuola, 2013); L’enigma della relazione (Mimesis, 2015).
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