Il XIX libro del De Universo di Rabano Mauro, dedicato all'agricoltura, è un testo di indubbio fascino. Parte di una delle grandi enciclopedie medioevali, l'unica di ambito carolingio, offre una lettura del mondo vegetale che può inserirsi in modo originale nel dibattito attuale sull'ecologia. La natura di Rabano è sia selvaggia, sia coltivata; l'opera dell'uomo non è nociva, ma necessaria al progetto divino e, se eseguita in armonia con il dettato evangelico, partecipa al disegno divino. Per contro, la presenza di zizzania e ortiche dev'essere chiarita nel contesto della dialettica tra bene e male. ll lavoro di Rabano Mauro ricalca le Etimologie di Isidoro di Siviglia, di cui riporta gran parte dei sensi letterali dei nomi delle piante, ma le completa con il significato allegorico citando puntualmente brani tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento, con un'insistenza particolare per il Cantico dei Cantici, il Vangelo di Matteo e il libro di Isaia. Un viaggio ristoratore in boschi e campi di un altro tempo.
Rabano Mauro (784-856), monaco benedettino, abate di Fulda e arcivescovo di Magonza, fu tra i maggiori divulgatori di cultura dell'alto Medioevo. La sua opera De Universo costituisce una delle maggiori enciclopedie del tempo e la prima dopo due secoli di silenzio, cioè dopo le Etimologie di Isidoro di Siviglia. L'opera si presenta come una immensa biblioteca di saperi che riflette l'intero Medioevo.Claudia Gualdana, insegnante e saggista, ha curato Il catechismo buddhista di Subhadra Bhikshu (Bompiani, 2004), pubblicato Eva e la rosa. Storie di donne e regine di fiori (Vallecchi, 2011) e, con Marietti 1820, Rosa. Storia culturale di un fiore (2019).
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