Dall’Iliade a Borges la rosa è un fiore che accompagna la storia della nostra cultura sul piano letterario, figurativo, favolistico e del costume. Nel mondo classico essa indica amore e morte, nell’evo cristiano viene condannata a un momentaneo oblio per poi tornare a designare il sacrificio dei martiri e a comparire sulle facciate delle cattedrali. Simbolo della Vergine Maria, entra nelle Litanie lauretane e nella pittura, diviene emblema della Passione di Cristo e tale resta fino alla Riforma di Lutero, che la adotta nel suo sigillo personale. Dalla lirica trobadorica a Dante, dagli emblemi gentilizi all’ermetismo, il viaggio della rosa prosegue negli ultimi due secoli attraverso le poesie di grandi autori ispirate ai moderni significati del «loto dell’Occidente».
Claudia Gualdana, insegnante e saggista, ha curato Il catechismo buddhista di Subhadra Bhikshu (Bompiani, 2004), pubblicato Eva e la rosa. Storie di donne e regine di fiori (Vallecchi, 2011) e scritto il saggio «La strumentalizzazione mediatica in Italia dei Quaderni neri», uscito nel libro di F.W. von Herrmann e F. Alfieri Martin Heidegger. La verità sui quaderni neri (Morcelliana, 2016).
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