La nascita del cinema e, alla fi ne degli anni Sessanta, del videoregistratore hanno segnato una svolta decisiva nel nostro modo di con- siderare le espressioni artistiche. La tradizionale distinzione tra arti dello spazio (pittura, scultura, architettura) e arti del tempo (musica, letteratura, spettacolo), elaborata da Lessing nel Laocoonte, viene oggi messa in discussione poiché tutto tende a confl uire nel video: le mostre sono costellate di schermi, i libri sono accompagnati da cd e lo stesso accade a fi lm e spettacoli teatrali. Caduto il discrimine dello spazio contro il tempo, l’epoca digitale assiste al riemergere di una distinzione elementare: i video brevi che escludono il racconto, l’intrigo e la trama (e dunque puntano solo su aspetti cromatici, tattili, sonori, corporali) e i lungometraggi, le telenovelas e gli spettacoli che si giustifi cano solo se sorretti da una narrazione e da un’opportuna lunghezza.
Renato Barilli è tra i maggiori esperti di arte e letteratura contemporanea. Ha fatto parte del Gruppo ’63 con Eco, Arbasino, Balestrini, Del Buono, Guglielmi, Manganelli, Sanguineti e diretto il Dipartimento di Arti visive dell’Università di Bologna, dove ha a lungo insegnato. Organizzatore di innumerevoli mostre, è autore di saggi pubblicati da Feltrinelli, Il Mulino e Mursia.
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