«Il tempo dei sistemi è passato [...] la ragione delusa va ora errando in cerca di un nuovo concetto di libertà. [...]. Oggi, dopo che l'Idea hegeliana e il Singolo kierkegaardiano si sono consumati a vicenda, I'uomo è ridotto alla sua miseria essenziale, è ritornato nell'angosciosa attesa come nel momento della caduta nel primo peccato. [...]. La filosofia divincolatasi dai morbidi cuscini dei sistemi, vive con l'asperità della lotta nella "fede" per l'esistenza e punta diritta sull'essere». (Cornelio Fabro, dalla Premessa)
Cornelio Fabro (1911-1995), licenziato in Teologia e ricevuto il sacerdozio, fu assistente di Biologia nella facoltà di Filosofia della Pontificia Università Lateranense dove ricoprì numerosi incarichi di insegnamento. Docente di Filosofia Teoretica all’Università di Perugia, fu il fondatore e il primo presidente del “Centro Italiano di Studi Kierkegaardiani” (Potenza). Tra le sue numerose opere ricordiamo: “La nozione metafisica di partecipazione” (1939); “La fenomenologia della percezione” (1941); “Percezione e pensiero” (1941); “Partecipazione e causalità” (1960); “Dall’essere all’esistente” (1957); “Introduzione all’ateismo moderno” (2 voll., 1964-1969). Vi è poi la mastodontica attività di traduzione delle opere di Kierkegaard che ha trasformato completamente gli studi su Kierkegaard nel contesto italiano, rendendo possibile un autentica ricezione del grande pensatore danese.
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