La rappresentazione sociale delle emozioni che attraversano un gruppo umano è la chiave interpretativa per cercare di comprenderne le dinamiche più profonde. Nella società liquida del mercato globale dilaga la paura di massa, l’altra faccia della corsa sfrenata verso il godimento e il consumo di merci. Se si va più a fondo, oltre il velo della paura, si scopre che l’umanità è attraversata da una diffusa angoscia di morte, determinata da uno sviluppo economico che priva il mondo della sua realtà e rende solitaria la vita di ciascuno. Il capitalismo ha rimosso le dinamiche profonde della psiche umana, spegnendo la speranza che consentiva la trasformazione di ogni catastrofe nella progettazione di un nuovo futuro. Si è cancellato il nesso crisi/speranza perché si è cancellata ogni idea di trascendenza. Affinché emerga la speranza è necessaria un’elaborazione del dolore, in una ricerca di alternative al presente, che ricostruiscano un legame tra persona, mondo e trascendenza.
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