Pubblicato nel 1947, questo libro è un classico delle utopie del Novecento. Attraverso una rilettura della tradizione socialista, anarchica e marxista, Buber propone un’alternativa radicale fra lo stato - accentrato, burocratico, totalitario per vocazione - e la comunità, dialogica, decentrata, in sé già sovversiva. Dinanzi al pericolo di un illimitato potere planetario, una sorta di stato mondiale, viene indicato nel kibbutz, nella comune ebraica, il sentiero impervio di un socialismo anarchico e federalista che esplori e inventi gli infiniti modi in cui comunità autonome e autogestite possano dar luogo a una «comunità di comunità».
Martin Buber (1878-1965) è stato uno dei padri dell’ebraismo contemporaneo. Attivo sulla scena culturale tedesca, anche oltre l’avvento del nazismo e l’inizio della persecuzione antisemita, emigra nel 1938 in Palestina. Numerosi i suoi scritti, dedicati al chassidismo, alla filosofia dialogica e alla Bibbia, di cui ha curato un’originale traduzione tedesca con Franz Rosenzweig. Il catalogo Marietti 1820 propone: Israele e Palestina. Sion: storia di un’idea (2008) e Il problema dell’uomo (2019).
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