A Salonicco si raccolse una comunità di ebrei fuggiti dalla Spagna dopo l’espulsione decretata nel 1492. Per più di quattrocento anni questa comunità preservò le tradizioni originarie e continuò a parlare l’antico castigliano. Agli inizi del Novecento, la città greca era a grande maggioranza ebraica, ma il disfacimento dell’Impero segnò la fine di questa esperienza. La famiglia Yacoél – di cui questo romanzo racconta le vicende – vive sempre più dilaniata dalla consapevolezza che la realtà in cui ha finora vissuto le sta franando sotto i piedi e sta per essere proiettata nel vortice dei drammi europei che sfoceranno nell’apocalisse finale della Shoah. Assieme al racconto di un’esperienza eccezionale, di un’esistenza sradicata, “con le radici in cielo”, il romanzo propone riflessioni sull’odio razziale e l’intolleranza e sulla natura dell’antisemitismo europeo che appaiono oggi di grande attualità.
Saul Israel (1897 – 1981), nato a Salonicco, si trasferì in Italia nel 1916 dove divenne medico. Dotato di profonda cultura storico-religiosa, ebbe intensi rapporti con Robert Aron, Dante Lattes, Giulio Salvadori, Ernesto Bonaiuti e Arturo Carlo Jemolo. Dei suoi inediti sono stati finora pubblicati La leggenda del figlio del Re Horkam (Adelphi 1984, 2000) e La favola di Fragoletta e Limoncina (Editori Riuniti 1987).
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