Don Lorenzo Milani combatté l’analfabetismo dei ceti sociali più poveri, l’esercizio prepotente dell’autorità all’interno della Chiesa e nella società, la fisionomia classista della scuola pubblica. Rispetto alle sue battaglie ideali, le lettere inviate alla madre Alice Weiss tra il 1943 e il 1967 – qui proposte in una nuova edizione - sono più luoghi di rifugio che di ispirazione diretta. E, come sottolineò Pasolini all’apparire della prima edizione del carteggio, i due interlocutori sono un prete cattolico e una madre ebrea che appartengono a un mondo culturalmente e ideologicamente laico.
Lorenzo Milani (1923-1967), di famiglia israelitica alto borghese ma battezzato durante le persecuzioni razziali, venne ordinato prete a Firenze nel 1947. Cappellano a San Donato di Calenzano, dove aprì una scuola popolare, e poi priore a Barbiana, nel Mugello, si occupò dell’istruzione dei ragazzi del paese, con i quali nel 1967 scrisse Lettera a una professoressa, un «manifesto» che ha segnato profondamente la società e il mondo della scuola.Giuseppe Battelli è professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Trieste.
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