Le sole norme giuridiche e le regole formali della democrazia non bastano a tenere assieme una società e a regolarne i processi. D’altra parte l’irriducibile pluralismo etico che caratterizza le società contemporanee sembra rendere impossibile l’imporsi di un unico sistema di valori come collante sociale e come riferimento identitario. Il solo terreno normativo capace di dare uno stabile fondamento alle democrazie contemporanee va perciò individuato in quell’etica che è già operante e incorporata nelle istituzioni dello Stato e che per questo motivo è già alla base del vincolo sociale fra i cittadini. È questo il significato fondamentale della teoria hegeliana dell’eticità. Secondo Hegel le istituzioni politiche non sono semplicemente dei meccanismi giuridici o delle procedure asettiche, ma hanno un ineliminabile lato etico che solo una teoria strumentalistica della democrazia continua a ignorare e a rimuovere. L’«etico» va qui inteso in senso etimologico come «dimora» abituale, luogo dell’abitare, tradizione consolidata di pratiche e consuetudini.
Lucio Cortella è professore ordinario di Storia della filosofia contemporanea presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Studioso di Hegel e del pensiero filosofico contemporaneo, si è occupato in particolare di teoria critica, dialettica, ermeneutica, filosofia pratica, teorie della razionalità e della modernità, teoria del riconoscimento. Sul pensiero di Hegel ha pubblicato Dopo il sapere assoluto (Milano, 1995) e Autocritica del moderno (Padova, 2002). Recentemente si è occupato del pensiero di Adorno in Una dialettica nella finitezza (Roma, 2006) e ha curato il volume Teoria critica e metafisica (Milano, 2009).
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