Uno dei libri che hanno maggiormente influenzato la filosofia del linguaggio del Novecento: ricco di forza polemica e di intuizioni geniali, il lavoro di Austin ha segnato la svolta dal linguaggio inteso come concezione del mondo al linguaggio inteso come azione.
John Langshaw Austin (1911-1960) è il più rappresentativo tra i filosofi analitici di Oxford. Formatosi sui testi di Aristotele, fu uno dei maggiori esponenti della cosiddetta “filosofia del linguaggio ordinario”, corrente di pensiero nata a Oxford negli anni ’30 e ’40, che ha autonomamente sviluppato idee analoghe a quelle che Wittgenstein diffondeva a Cambridge nello stesso periodo.Oltre al presente testo, Austin ha scritto diversi articoli, raccolti dopo la sua scomparsa nel volume Philosophical Papers (1961, tr.it. Saggi filosofici, Milano 1990), e una serie di appunti per una critica alla visione empirista della percezione, pubblicati nel 1962 con il titolo Sense and sensibilia (tr. it. Senso e sensibilia, Marietti 2001).
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