«Le donne si prendono con Dio una libertà che gli uomini neanche si sognano».
Questo testo fondamentale del femminismo filosofico e teologico è un libro che scandalizza i custodi dei sacri poteri maschili per l’importanza che dà alla differenza femminile e per lo spirito di libertà che lo anima. Dal Medioevo al Novecento, da Margherita Porete a Simone Weil, da Angela da Foligno a Etty Hillesum, da Giuliana di Norwich a Cristina Campo, il Dio delle donne è stato infatti avvicinato attraverso l’esperienza diretta dell’incontro e l’accesso libero alla Scrittura Sacra, almeno finché la gerarchia ecclesiastica lo ha permesso.
Forse solo le mistiche hanno saputo vibrare del rivoluzionario vento divino, inventare una teologia in lingua materna, rinunciare alle sicurezze delle dottrina perché «Dio possa capitare a questo mondo». Perché le donne sono l’umanità che sa che l’essenziale non è niente che possiamo produrre o conquistare e possedere, ma solo aspettare e ricevere.
Luisa Muraro, filosofa, fondatrice della Libreria delle donne di Milano e della comunità filosofica femminile Diotima, è una figura di riferimento del femminismo italiano e internazionale. Ha insegnato al dipartimento di Filosofia dell’Università di Verona ed è autrice di numerose pubblicazioni. Tra i suoi testi principali: Maglia o uncinetto. Racconto linguistico-politico sulla inimicizia tra metafora e metonimia (Feltrinelli 1981), L’ordine simbolico della madre (Editori Riuniti 1991), Non è da tutti. L’indicibile fortuna di nascere donna (Carocci 2011) e L’anima del corpo. Contro l’utero in affitto (La Scuola 2016).
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