Il libro ha l’intento di presentare il dibattito filosofico contemporaneo sul tema del rapporto tra l’«ebraico» (Torah) e il «greco» (Sophia), raccogliendo i contributi delle voci più autorevoli, ma anche inedite, tra gli specialisti di filosofia ebraica. Si tratta di un dibattito poliedrico che cerca di interrogarsi sulla possibilità di una traduzione in greco della Torah e sulla possibilità di un «luogo» altro per la filosofia che nasce come Sophia. Si vuole stabilire se, e secondo quali modalità, è possibile parlare di «filosofia ebraica». Infatti, è da distinguere dal «pensiero ebraico» in senso stretto, così come dalla tradizione filosofica che si vuole «greca»? In che modo si inserisce nella storia della filosofia? È una filosofia della religione e di una in particolare?Si vuole qui proporre un libro che affronta, secondo una prospettiva teorica, il binomio «greco-ebraico», la loro traduzione e tensione sempre viva, l’ospitalità di una tradizione di pensiero nei confronti dell’altra. Un libro che medita sulla la complessa relazione che unisce e separa questi due grandi orizzonti, cercando di delimitarne i confini, di fare incrociare le loro vie, di percorrere quelle strade che portano da Atene a Gerusalemme e viceversa.
Orietta Ombrosi ha conseguito un Dottorato di Ricerca all'Université Paris X -Nanterre, ha insegnato all'Université de la Méditerranée e all'Università di Bologna. Oltre ad aver curato e tradotto diversi libri, scritto articoli su riviste scientifiche europee, ha pubblicato Le crépuscule de la raison. Benjamin, Adorno, Horkheimer et Lévinas à l'épreuve de la Catastrophe (Hermann, Paris 2007).
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