Come accade nel caso di altri suoi testi che sono anche delle letture approfondite di scrittori a lui cari, Jacques Derrida procede qui intrecciando la propria riflessione con la scrittura di Hélène Cixous, un’autrice che ha elaborato una propria “poetica della differenza sessuale”, da tempo al centro di molti dibattiti. Hélène Cixous dice di aver trovato in Jacques Derrida la libertà di cui aveva bisogno per continuare a scrivere. Il filosofo risponde affermando: “Hélène mi legge in modo incomparabile, trova immediatamente l’accesso migliore, il più segreto, alla forgia e alla forma, al senso e al corpo inconscio di ciò che scrivo. E per questo la mia riconoscenza verso di lei non ha limiti”. Derrida trova nell’opera di Cixous accessi che nessun altro aveva saputo ancora individuare. Mette così continuamente in relazione una pratica di scrittura femminile con la propria, in un confronto che si snoda intorno al rapporto con la vita e con la morte e giunge da lì a delineare le diverse relazioni possibili con il lutto e con il segreto di ogni singolarità vivente.
Jacques Derrida nasce il 15 luglio 1930 a El Biar, nei pressi di Algeri. Ha insegnato prevalentemente a Parigi e negli Stati Uniti, e ha ottenuto lauree e dottorati honoris causa in molte Università presenti nel mondo. Riconosciuto come uno dei maggiori filosofi del nostro tempo, ha prodotto lavori che sono stati tradotti in una decina di lingue e che sono stati oggetto di convegni e incontri in Francia, Italia, Germania, Inghilterra, Canada, Stati Uniti e Giappone. Muore a Parigi il 9 ottobre 2004.
Iscriviti alla nostra newsletter per essere informato su novità e approfondimenti
sessione scaduta effettua nuovamente l'accesso