L’incontro con la bellezza può lasciarci incolumi? La sua gioia novella può sbocciare senza frantumare all’istante dentro di noi ciò che era vecchio, attraverso quella ferita che solo l’invulnerabile sa infliggere? La sua sovrabbondanza annuncia nella prossimità l’offerta della lontananza. Ciò che ci afferra resta inafferrabile: tanto più quanto più si avvicina. Così Platone fa dello sgomento il primo regalo della bellezza, mentre per Dostoevskij e Rilke essa altro non è che l’inizio del terribile. Questa gioia dolorosa, smisurata come ogni amore, è la dimensione dimenticata dall’estetica. Il saggio indaga lo choc provocato dall’incontro con la bellezza quando essa si manifesta all’uomo. L’uomo ne resta trafitto, sgomento, irrimediabilmente cambiato, ma la ferita lo rivela a se stesso, aprendolo a ciò che lo eccede. Colpito da questa gioia dolorosa, l’uomo non può che celebrare la bellezza.
Jean-Louis Chrétien (Parigi 1952) è filosofo e poeta. Dopo aver frequentato gli ambienti di sinistra e militato nella Gioventù rivoluzionaria comunista, abbandona bruscamente la politica e si converte al cristianesimo, al quale dedicherà una parte importante della sua opera. Insegna Storia della filosofia della tarda Antichità e dell’alto Medioevo alla Sorbona (Paris IV). Dal 1985 ha pubblicato sei raccolte di poesie e una ventina di opere di filosofia e teologia.
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