L’amore impossibile è l’amore vero, che non si estinguerà mai perché non si consuma nella quotidianità dell’esistenza. Così, anche fra filosofia e letteratura esiste un rapporto complesso, difficile, a volte uno scambio di ruoli, perché le più audaci costruzioni del pensiero, che contraddicono la normale percezione delle cose, sono in definitiva delle creazioni che producono un mondo parallelo in cui sarebbe difficile vivere. Il grande romanzo, invece, a volte ci colpisce così a fondo, in zone tanto segrete, che vediamo in esso la rivelazione di una verità della nostra stessa vita.
Quando Rousseau afferma: “Non c’è niente di bello se non ciò che non esiste” vuol dire anche: “Non c’è niente di vero, non c’è niente di buono, se non ciò che è soltanto ideale”. Ed è qui che filosofia e letteratura si ricongiungono: da Goethe a Thomas Man, da Dithey a Cassiurer, lo “spirito” è una sfera di possibilità effettive di esperienza, ma, sorgendo da queste, le supera e le approfondisce verso una verità ultima.
Guglielmo Forni Rosa ha insegnato Filosofia morale e Antropologia filosofica all’Università di Bologna. Allievo di Felice Battaglia, ha pubblicato studi su Simone Weil, Jean-Jacques Rousseau e il modernismo religioso in Francia tra la fine del XIX e il XX secolo. Tra i suoi libri recenti: Leggere Rousseau (Le Lettere 2019) e Tra Dio e il nulla. Introduzione al pensiero di Giovanni Della Croce (Le Lettere 2021).
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