collana: Le vie
confezione: Brossura
pubblicazione: gennaio 2000
pagine: 176 peso: 212 grammi
isbn 9788821161186
prezzo copertina: 19,00 €
sconto: 5%
Lettera a Cristina di Lorena
Sull'uso della Bibbia nelle argomentazioni scientifiche. A cura di Franco Motta. Introduzione di Mauro Pesce
Il volume raccoglie i testi capitali che marcarono il conflitto tra il grande scienziato e la chiesa cattolica. Alla Lettera a Cristina di Lorena sono infatti affiancati i testi della condanna del copernicanesimo e quello sulla Scrittura promulgato dal concilio di Trento, come pure gli interventi nella disputa del card. Bellarmino e di Guicciardini. La Lettera a Cristina di Lorena è in realtà un trattato, in cui Galileo riversò l'espressione più matura della sua lunga riflessione intorno alla possibilità e alla necessità di conciliare le acquisizioni della scienza con la tradizione biblica attraverso un'ermeneutica fondata sul presupposto che in materia di questioni "naturali" la teologia dovesse essere subordinata alla scienza. Così egli operò quella distinzione tra elemento religioso e scienza sperimentale che è all'origine del moderno, e insieme determinò un nuovo approccio alla Bibbia, considerata oramai come testo puramente religioso privo di rilevanza nelle questioni scientifiche. E' in tale rifiuto di ogni possibile concordismo tra scienza e Bibbia che Mauro Pesce, tra i più acuti conoscitori della questione galileiana e qui autore di un originale saggio introduttivo, coglie il carattere dirompente della posizione di Galileo.

Galileo Galilei (Pisa 1564 - Arcetri, Firenze, 1642) scoprì la legge che regola le oscillazioni del pendolo, perfezionò il cannocchiale, fece scoperte astronomiche quali le montuosità della Luna, la natura stellare della Via Lattea, i quattro satelliti di Giove, le macchie solari. Nel 1615 venne denunciato come eretico al Sant'Uffizio per la sua difesa della teoria eliocentrica copernicana. Dopo la pubblicazione del Dialogo sui massimi sistemi (1632) fu processato, condannato e costretto all'abiura e al confino nella villa di Arcetri.

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