Per tutta la durata del processo allo scrittore Émile Zola, che sul quotidiano socialista L’Aurore aveva denunciato i persecutori di Dreyfus, il capitano di origine ebraica accusato di tradimento e spionaggio e rivelatosi poi innocente, Marcel Proust si sedette ogni mattina nella galleria riservata al pubblico. Armato di un termos di caffè e di un sacchetto di panini imbottiti, partecipava alle udienze raccogliendo materiali preziosi per fare lavorare l’immaginazione. Lo storico Riccardo Calimani ricostruisce il rapporto dello scrittore con il caso Dreyfus, che divise la Francia tra il 1894 e il 1906, e i suoi legami con il mondo ebraico, sempre molto intensi anche perché la madre, Jeanne Weil, era ebrea e tale rimase per tutta la vita.
Riccardo Calimani è tra i più noti storici dell'ebraismo italiano ed europeo, al quale ha dedicato numerose opere tradotte in vari Paesi. Ha lavorato in Rai come responsabile dei programmi televisivi e come direttore della sede di Venezia. Ha ricevuto il Premio Cultura della Presidenza del Consiglio dei ministri e il Premio Europeo per la Cultura.
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